

TT Circuit Assen – Olanda
Il TT Circuit, anche noto come l’università delle due ruote, è stato inaugurato nel 1949 e prima dell’apertura del tracciato le corse si svolgevano su strade aperte al pubblico. Per ricordare queste corse su strada la prova del motomondiale, che si tiene ininterrottamente dall’anno dell’inaugurazione del circuito, viene denominata Tourist Trophy, proprio come la celebre corsa che si disputa sulle strade dell’Isola di Man.
Un’altra curiosità è che fino al 2015 la corsa per motivi religiosi veniva anticipata al Sabato. Questo tracciato è ad uso quasi esclusivo delle due ruote, per cui la progettazione dello stesso è stata fatta in funzione di questo impiego.
Il circuito ha subito tantissime modifiche, che hanno visto una riduzione progressiva delle lunghezza del tracciato, che attualmente misura 4555 metri con un rettilineo di 970 m.. L’ultima modifica importante è stata effettuata nel 2006, a seguito della quale la pista è stata ridotta di circa 1500 metri nella parte iniziale. Il tratto molto veloce e caratterizzato da curve molto tecniche è stato sostituito da una serie di curve molto lente, che hanno snaturato la leggendaria configurazione.
L’intervento si è reso necessario per costruire tribune più capienti, parcheggi e infrastrutture varie. Questo è il prezzo del progresso! Il tracciato comunque anche in seguito a questa modifica ha conservato il suo fascino anche perché il restante tratto è caratterizzato da curve piuttosto veloci.
Un giro di pista
Il rettilineo d’arrivo porta alla Haarbocht una curva a destra in leggera discesa dove avviene la staccata più decisa di tutto il tracciato. Infatti i piloti arrivano a 285 km/h e frenano per circa 219 metri con una decelerazione di circa 170 km/h. In uscita dalla curva 1 un piccolo rettilineo ci porta fino alla curva 2, la Madijk una leggera curva a destra. Alla successiva curva 3, la Ossebroeken ci si arriva dopo un altro tratto rettilineo. E’ una destra che precede un’altra destra la 4. Le due curve vanno opportunamente raccordate ed insieme superano i 180°.
Subito in uscita abbiamo il tornante Strubben che rappresenta la prima sinistra del tracciato. Bisogna prestare la massima attenzione nel primo giro, proprio per evitare che lo pneumatico ancora non alla giusta temperatura, possa avere perdite di aderenza improvvisa. Qui abbiamo la prima possibilità per tentare un sorpasso, con una linea più stretta e con una staccata ritardata. In uscita si spalanca il gas e la traiettoria che si è imposta nel tornante sarà determinante per raggiungere una buona velocità sul lungo rettilineo, che segna la fine del primo settore.
Dopo questo tratto rettilineo abbiamo la Ruskenhoek, una veloce destra dove si può cercare di superare. Se infatti in uscita ci si mantiene all’esterno si potrà poi essere avvantaggiati, nell’affrontare la successiva curva 7 a sinistra.
Segue un piccolo rettilineo lungo il quale finisce il secondo settore, rettilineo che ci conduce ad una destra da 90°, la Stekkenwal. Un rettilineo un po’ più lungo ci porta alla De Bult una sinistra da 90°, dove si affronta una decisa staccata. In uscita un breve tratto rettilineo ci porta alla Mandeveen, una destra che va raccordata con la successiva destra, la curva 11 Duikersloot, all’uscita della quale si conclude il terzo settore.
Qui inizia il tratto più spettacolare e tecnico di tutto il circuito. In piena accelerazione ci si proietta versa la Meeuwemeer, una velocissima curva a destra che conduce al primo cambio di direzione destra-sinistra, denominato Hoge Hide.
In uscita senza un attimo di respiro si affronta la curva 15, la de Ramshoek una piega cieca a sinistra, che conduce alla chicane prima del traguardo. Questo cambio di direzione destra-sinistra, denominato Geert Timer Bocht, è stato negli anni teatro di moltissimi sorpassi.